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Controllo di gestione, perché è fondamentale programmare

Non puoi controllare ciò che non hai programmato. Ecco perché il valore di una programmazione ben fatta è irrinunciabile per un’azienda di successo.

Controllo di gestione” è una locuzione di dominio ormai ampiamente comune che identifica un processo finalizzato a misurare i risultati ottenuti in un determinato periodo di tempo. Tuttavia, queste tre parole – controllo di gestione – fanno erroneamente riferimento solo ad una parte del processo, quella del controllo, tralasciando l’altra componente fondamentale: la programmazione.

La programmazione è l’essenza del controllo di gestione. È l’attività che legittima e dà impulso a tutto il processo. Se non si programma, nemmeno si controlla. È vero che, in certe temporanee condizioni, può aver senso monitorare solamente a consuntivo ma, praticamente sempre, soprattutto quando una realtà imprenditoriale comincia ad essere strutturata e le performance impattano su diverse categorie di portatori di interessi, è imprescindibile riflettere sugli obiettivi. E, attraverso la programmazione, tradurli in numeri da confrontare con quelli effettivamente realizzati.

È infatti corretto parlare di “programmazione e controllo”, mai di “controllo di gestione” e basta. Per fare un parallelismo possiamo pensare ad uno slogan di successo di una nota azienda di produzione di pneumatici che recita “la potenza è nulla senza il controllo”. Ecco, per la nostra attività, quella di produzione di informazioni di valore per il business, vale un concetto simile: il controllo è nulla senza la programmazione. Sostanzialmente, non puoi controllare ciò che non hai programmato in precedenza.

Vediamo di capirne di più in questo articolo.

La programmazione nel controllo di gestione: un’attività ricorrente

Ogni progetto, ogni azienda ha origine da un’idea che, di solito, nasce molto tempo prima. La sua traduzione e realizzazione in una sequenza di attività definite, ad esempio un progetto, passa però necessariamente da diversi step, come:

  • la condivisione con gli altri;
  • la conoscenza del contesto di riferimento;
  • la presa di consapevolezza del costo opportunità legato al suo effettivo realizzo;
  • l’individuazione e il reperimento dei finanziamenti.

Subito dopo aver definito e deciso di realizzare un progetto – o un’azienda – subentra la fase della programmazione. È necessario, sostanzialmente, fare il punto specifico sugli obiettivi e su quante e quali risorse servono per raggiungerli. A differenza dell’ideazione di un progetto e delle attività non ricorrenti effettuate per dargli vita, la programmazione è un’attività ricorrente. Ciclica. Prende a riferimento un orizzonte temporale ben definito, come l’anno solare, e su questo proietta il consumo delle risorse e il raggiungimento degli obiettivi. Tipicamente costi e ricavi, uscite ed entrate finanziarie. Anche se, a ben vedere, si possono anche programmare obiettivi di performance non strettamente legati a quelli economico-finanziari, come ad esempio quelli del lavoro di una persona, un reparto o una macchina o quelli qualitativi, misurando il raggiungimento di questi ultimi attraverso questionari o interviste.

La programmazione può avere diversi gradi di profondità. Per quanto riguarda l’ambito economico-finanziario – quello più rilevante per ogni impresa – si va dall’annotazione sintetica degli aggregati totali di costi e ricavi che ci si aspetta, fino alla determinazione dell’importo che si prevede per ogni singolo conto della gestione contabile. Ovviamente, più la programmazione è dettagliata maggiore è il valore informativo generabile dall’attività che le succede, il controllo.

Non c’è un meglio o un peggio. Tutto è rapportabile alle dimensioni dell’azienda e alla sua complessità operativa. Quel che è certo è che la programmazione, seppur minima, non deve mai mancare. Come detto, non è possibile controllare ciò che non è stato programmato.

Il valore di una programmazione utile e funzionale al controllo di gestione

C’è programmazione e programmazione. Metodo e metodo. Strumento e strumento. Come un abito deve essere fatto su misura perché stia bene addosso, così anche la programmazione, con la metodologia di lavoro e gli strumenti di cui si serve, deve essere “calata” sulla realtà specifica dell’organizzazione.

Naturalmente esistono diverse dinamiche comuni, ad esempio, ad aziende di uno stesso settore produttivo, che consentono di applicare un sistema di lavoro simile. Ogni impresa, però, ha una sua unicità che l’approccio programmatico deve tenere ben in considerazione per essere utile e funzionale al massimo.

Perché ciò sia possibile, la programmazione deve essere, innanzitutto, preceduta da un’autentica comprensione della mission e del contesto di un’azienda, oltreché dei suoi obiettivi. In secondo luogo, deve mettere sotto la lente di ingrandimento ciò che all’imprenditore e ai suoi collaboratori interessa davvero conoscere, per capire quali azioni alternative eventualmente compiere in futuro se gli obiettivi non vengono raggiunti. Oppure, se è opportuno “alzare l’asticella” con obiettivi più ambiziosi, se questi sono stati agevolmente centrati.

Se la programmazione riesce realmente in questo, allora è utile e funzionale. Oltre a dare un senso e favorire il successivo controllo, risponde a un’esigenza specifica e irrinunciabile di un’azienda che vuole avere successo: conoscere, nel dettaglio, le proprie performance per replicarle o migliorarle in futuro.

Se sei imprenditore o responsabile di un’organizzazione economica, e vuoi confrontarti su come realizzare la migliore attività di programmazione per il controllo dei risultati della tua azienda, contattaci senza impegno. Sapremo ascoltarti e calarci nei tuoi panni con l’occhio esperto di chi fa programmazione e controllo da diversi decenni, senza mai smettere di aggiornarsi e formarsi lungo la strada (guarda qui i casi studio di alcune realtà che abbiamo supportato).


Pietro Bussinello

Pietro Bussinello

Marketing e Comunicazione

In Gap Studi e Consulenze dal 2017, valorizza la presenza online e sviluppa l’attività professionale.

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