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Decisioni strategiche e operative: senza dati hai solo un’opinione

I dati e le informazioni che se ne ricavano sono una risorsa preziosa per la prosperità di un business, grande o piccolo che sia. Ecco perché.

Ogni decisione si forma, principalmente, attraverso due componenti: quella emotiva e quella razionale. Fa parte della natura umana. Nella sfera privata di una persona, il mix di queste   componenti può essere molto variabile e dipendere da diversi fattori.

In un contesto aziendale, invece, il rapporto tra la componente emotiva e quella razionale per la determinazione di una decisione è -o almeno dovrebbe essere- nettamente a favore della seconda, nella stragrande maggioranza delle volte.

Infatti, le decisioni strategiche e operative che vengono prese da un imprenditore, un manager o da qualsiasi persona che ricopre un ruolo di responsabilità all’interno di un’azienda, sono guidate da logiche economiche finalizzate, in senso ampio, a rendere profittevole e prospera nel tempo la propria organizzazione.

Non sempre, però, la componente razionale delle decisioni aziendali ha fondamenta solide. Perché sia così, infatti, è necessario avere a disposizione molte informazioni e saperle sfruttare al meglio, per generare valore e profitto in futuro.

L’importanza dei dati per prendere decisioni strategiche e operative

“Without data you are just another man with an opinion”

La frase riportata qui sopra è attribuita a William Edwards Deming, un ingegnere e statistico divenuto celebre per aver supportato il sistema produttivo giapponese ad emergere ed eccellere in tutto il mondo, partendo dalla condizione disastrata successiva alla Seconda guerra mondiale.

Nel suo paese natio – gli Stati Uniti d’America – Deming non acquisì influenza fino a quando le imprese giapponesi non conquistarono il mercato globale in diversi settori, relegando quelle statunitensi ad un ruolo subalterno. La classe manageriale giapponese aveva, infatti, capito quanto fosse importante, tra le altre cose, la raccolta dei dati di produzione e la loro rielaborazione in un’ottica di continuo miglioramento.

Il concetto che esprime la frase non potrebbe che essere più chiaro: senza dati, la tua è solo un’opinione. Una decisione che non è supportata da una o più fonti di dati, benché nella mente di chi la prende sia ritenuta del tutto razionale, ha una valenza infinitamente minore rispetto a una suffragata dall’oggettività dei numeri. Può sembrare un’affermazione quasi ovvia ma, nella pratica, una rigorosa raccolta dei dati e un accurato processo di elaborazione di questi, per trasformarli in informazioni di valore, sono attività non scontate, soprattutto in aziende di modeste dimensioni e nel contesto socio-culturale italiano.

I dati al servizio delle decisioni strategiche e operative

I dati, di per sé, sono ottimi consiglieri e pessimi decisori. Sono al servizio delle decisioni. Non le sostituiscono.

Più se ne hanno e maggiori sono le chance di avere informazioni di valore su cui basare la logica delle decisioni da prendere. I dati devono, però, essere raccolti con accuratezza e sapendo fin dall’inizio il motivo per il quale lo si fa. Lo sforzo che si compie per raccoglierli, infatti, non sempre è sensato. Certe misurazioni non portano valore, altre sì. Ed è su quest’ultime che va posta l’attenzione.

Quando si individuano i dati che più contano per la qualità delle decisioni di un’organizzazione si deve, assolutamente, istituire un’opportuna procedura di raccolta che alimenti il patrimonio informativo. Il processo deve coinvolgere sistematicamente tutte le persone responsabili della produzione o del reperimento di un tale dato, in modo che siano sempre disponibili e aggiornati i kpi (gli indicatori chiave di performance) che servono al decisore.

Un’eccellente filiera dato-informazione è fondamentale e lo sarà sempre di più in futuro, dovendo le aziende fare i conti con una forte concorrenza sia sui prezzi che sulla qualità. Parlo di filiera perché – come anticipato ad inizio paragrafo – i dati sono pessimi decisori e, quindi, deve per forza esserci una rielaborazione che li “sgrezzi” e li renda un input decisionale di valore.

Far leva sui dati per aumentare i profitti

Poter contare su un asset strategico come un patrimonio informativo accurato e aggiornato, rispondente alle esigenze decisionali, può risultare decisivo.

Ci sarebbe una moltitudine di aspetti da approfondire, legata alle specificità di ogni singola azienda.

Da anni ci occupiamo di vedere e analizzare questi dettagli a tu per tu con imprenditrici, imprenditori, manager e altri responsabili d’azienda. Per noi è sempre entusiasmante il confronto e l’analisi.

Se hai capito che le informazioni giuste, a tua disposizione, sono un formidabile strumento per il successo a breve, medio e lungo termine, e desideri confrontarti con noi, non esitare a contattarci.

Buon business.


Pietro Bussinello

Pietro Bussinello

Marketing e Comunicazione

In Gap Studi e Consulenze dal 2017, valorizza la presenza online e sviluppa l’attività professionale.

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